Il lino


Pianta di coltura antichissima dai fiori azzurri caratteristici, cresce nei climi miti e da essa si estraggono fibre tessili, olio e semi commestibili. Le fibre di lino si ricavano dal fusto della pianta che può raggungere anche 80 cm; in particolare sono i canali che portano l’acqua dalle radici alle foglie delle pianta stessa.

 

La coltivazione ha un basso impatto ambientale ma anche una bassa resa e il processo di estrazione delle fibre è abbastanza lungo: dopo l'estirpazione, si lascia macerare ed essicare la pianta, per poter separare la fibra tessile da quella lignea.  Le fibre tessilili migliori sono quelle lunghe, mentre dalle corte si ricavano filati di bassa qualità. Tutto ciò rende il tessuto derivante dal lino più pregiato e costoso rispetto al cotone.


Il lino di  qualità più   alta  viene prodotto  in  Europa  e  in  Russia;  in passato  era una coltura molto diffusa in Italia, ma è stata progressivamente abbandonata a causa degli elevati costi di produzione. Pochi però sanno che, dalla fine del 1800, nel nord Italia esiste il Linificio e Canapificio Nazionale, una delle più antiche aziende europee e simbolo dell'eccellenza italiana nel settore della produzione e della filatura di canapa e lino. La maggior parte dei filati di lino e canapa usati nelle nostre fasce portabebé provengono proprio da questa azienda centenaria.

 


Per quanto riguarda le caratteristiche specifiche, il lino e  una fibra morbida e flessibile, è più liscia e brillante del cotone, oltre che più resistente, anche se meno elastica. La fibra è cava e questo garantisce una bassa conducibilità termica: viene infatti usata prevalentemente in estate per la confezione di abiti freschi, ma pochi sanno che mantiene anche il calore in inverno, risultando un ottimo isolante sia dalle temperature alte che da quelle basse. Il lino sgualcisce molto facilmente, non e  resistente ai lavaggi con candeggina e ad alte temperature.

 

 

Il lino viene usato come base per l'utilizzo di differenti blend nelle nostre fasce portabebé.